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Turismo gastronomico: la grande tradizione dei frantoi pugliesi
La Puglia è un territorio ricco di bellezze naturali piacevolmente immutate nel corso del tempo. La possibilità di vivere un’esperienza straordinaria all’insegna della genuinità e della tradizione, trasporta chiunque in un mondo completamente sano e ricco di storia.
Le distese di ulivi millenari caratterizzano la vegetazione pugliese con i loro magnifici tronchi artistici, dando vita ad un paesaggio mozzafiato e captando l’attenzione anche dei turisti più distratti.
La storia che lega la Puglia agli ulivi è molto antica. Si pensa che i primi coltivatori del territorio furono i Messapi, approssimativamente 3 millenni fa. Da allora, gli ulivi, simboli di pace e prosperità, hanno caratterizzato la tradizione gastronomica regionale, influendo anche sulle leggende popolari. È proprio una leggenda la protagonista del mistero che avvolge gli ulivi e la loro presenza nel territorio. Secondo il racconto tramandato di generazione in generazione, questi alberi furono un regalo della dea Minerva, durante una sfida con Nettuno.
L’olivicoltura pugliese caratterizza la tradizione culinaria del territorio ed è il simbolo di genuinità gastronomica più invidiato del mondo. A tal proposito, è bene incentrare il discorso sui frantoi, antiche strutture che rappresentano un vero e proprio culto della natura e della produzione di un’ampia gamma di varietà di olio d’oliva.
Nei tempi più antichi, i frantoi ipogei, anche conosciuti come trappeti, erano strutture risalenti al Medioevo, scavate nella roccia, che divennero veri e propri simboli dell’economia agricola del territorio. In alcuni casi, il trappeto altro non era che la riconversione di antichi granai messapici o cripte bizantine. Il motivo per il quale tali strutture erano sotterranee lo si può ricollegare alla comodità di riversamento delle olive e alla temperatura ideale per la produzione dell’olio.
I produttori di olio nei tempi antichi erano i cosiddetti trappetari, che, durante il periodo invernale, permanevano all’interno della struttura fino a maggio, lavorando duramente alla produzione, per poi convertirsi in pescatori nel periodo estivo.
Nonostante l’olivicoltura pugliese ritrovi le proprie origini nell’antichità, al giorno d’oggi, la produzione d’olio è cambiata radicalmente. Oltre alle tecniche ben diverse, anche i macchinari si sono evoluti, adattandosi all’epoca moderna e alla velocità di produzione. A tal proposito, è d’obbligo menzionare l’azienda Intini, come straordinario esempio al passo con i tempi, sfruttando le risorse murgiane di ulivi millenari situati tra Alberobello e la Valle d’Itria.
Oggigiorno, è possibile visitare i frantoi presenti sul territorio pugliese e degustare le molteplici varietà di olio d’oliva extravergine DOP. Inoltre, affidarsi ad una guida esperta, potrebbe essere la giusta scelta per poter usufruire di magnifici tour sotterranei all’insegna di antiche strutture abbandonate ricche di fascino e di mistero.
Allo stesso tempo, qualora si opti per la visita di strutture ancora funzionanti, è possibile prenotare visite guidate durante il periodo di produzione, per poter assistere e seguire tutti i processi produttivi e acquistare dell’ottimo olio extravergine d’oliva.