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Quali sono le nuove regole in vigore per le bollette non pagate?

Novità in vigore dal 1 gennaio 2021 sulla prescrizione delle bollette non pagate

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Quando si è proprietari o inquilini di un immobile, è obbligatorio pagare le utenze e fare in modo che tutte le spese siano saldate prima della scadenza delle stesse.
Potrebbero sorgere degli imprevisti che comportino dei ritardi nei pagamenti delle bollette e, proprio per questo motivo, è bene essere a conoscenza delle norme e provvedimenti adottati per far fronte al problema dell'insolvenza.

Prima di procedere con le novità introdotte, è opportuno spiegare che, la prescrizione è un istituto giuridico che marca i tempi, indicando il periodo in cui l'inquilino può esercitare un diritto.
Normalmente, le bollette cadute in prescrizione sono quelle che non sono state pagate entro un periodo determinato e stabilito dalla legge, ma è importante sottolineare che entrare in prescrizione significa non aver ricevuto nessun sollecito di pagamento o messa in mora. Gli effetti giuridici, infatti, si producono nel momento in cui da parte del creditore siano stati inviati solleciti attraverso posta certificata, anche nel caso in cui il debitore non abbia provveduto al ritiro di tale avviso.

A tal proposito, a partire dal 1 gennaio 2021, sono stati introdotti nuovi termini sulla prescrizione delle bollette scadute, secondo i quali, al decorso di tali termini di pagamento previsti per legge, non sarà più possibile chiedere di saldarne i pagamenti.
In concreto, secondo la legge attuale, il periodo di tempo entro il quale le bollette scadute entrano in prescrizione, è stato ridotto a 2 anni rispetto alla precedente normativa che stabiliva come termine massimo un periodo di 5 anni. Tale termine, però, non si può estendere a tutte le utenze.

In particolar modo, è bene definire che:

  • Le bollette  o conguagli riguardanti i consumi di energia elettrica entrano in prescrizione dopo 2 anni, ma devono essere state emesse a partire dal 1 marzo 2018. Qualora siano state emesse in un periodo di tempo previo a tale data, vale la normativa precedente che fissava il termine a  5 anni.
  • Le bollette del gas, mantengono lo stesso principio spiegato previamente, ma i termini di emissione partono dal 2 gennaio 2019. Questo significa che, tutte le bollette del gas emesse dopo il 2 gennaio 2019 fanno fede alla nuova normativa secondo la quale i termini di prescrizione sono fissati a 2 anni. Se, invece, la data di emissione sia previa, valgono i termini a 5 anni, fissati dalla vecchia normativa.
  • I termini di prescrizione delle bollette riguardanti il consumo d'acqua, invece, partono dal 1 gennaio 2020. Questo significa che, tutte le bollette emesse prima di tale data, cadono in prescrizione dopo 5 anni, mentre quelle postume, rientrano nella nuova normativa che prevede un termine di prescrizione a 2 anni.
  • Le bollette telefoniche, a differenza delle precedenti, non hanno subito alcuna modifica circa i termini di prescrizione. Pertanto, ci si avvale del periodo di tempo di 5 anni, dopo i quali decade l'obbligo di solvenza.

È possibile contestare la sollecitazione di pagamento di una bolletta caduta in prescrizione, per iscritto, inviando una raccomandata a.r. o attraverso un'email PEC. In tale comunicazione devono figurare i dati dell' intestatario della bolletta in questione con copia di documento d'identità, il codice relativo alla bolletta che varia a seconda dell'utenza, i motivi per i quali si sta inoltrando la contestazione scritta e la copia della fattura ricevuta oltre i termini.

I termini di prescrizione stabiliscono anche il periodo secondo il quale è bene conservare le ricevute delle bollette pagate, nel caso in cui la società fornitrice dovesse reclamare, erroneamente, un mancato pagamento. Decorsi i termini di prescrizione, è possibile gettare le bollette.

In conclusione, è bene precisare che con la prescrizione decade e si cancella definitivamente il debito riguardante la bolletta non pagata e il creditore non può pretendere tale solvenza decorsi i termini di prescrizione.
 

 

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